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Manutenzione e messa in sicurezza delle coperture e dei prospetti del Castello di Torrechiara

Il bene

Il Castello di Torrechiara si trova nel Comune di Langhirano, a circa 20 km a sud dalla città di Parma, in vicinanza con l’Appennino su un’altura che domina la sottostante vallata percorsa dal torrente Parma.
Il castello deve la sua fondazione a Pier Maria Rossi Conte di Berceto che diede inizio alla sua costruzione nel maggio del 1448 per fortificare il proprio dominio su questi territori e controllarli meglio e anche per farne la sua dimora con l’amata Bianca Pellegrini da Arluno.
La rocca, che mostra l’influenza dei castelli sforzeschi-viscontei, nasce dunque non solo come strumento di difesa, ma anche come dimora signorile, fondendo strutture difensive e residenziali.

Il castello è uno dei più importanti esempi di architettura fortificata rinascimentale presenti in Italia e conserva ancora la sua mole di epoca tardo medievale.
È costituito da un impianto con quattro torri angolari a pianta quadrata, collegate da mura e da camminamenti al centro dei quali si trova un importante cortile detto “cortile d’onore”.

Nel 1482 Pier Maria morì nel maniero di Torrechiara. In seguito alla conquista del ducato di Milano da parte dei francesi nel 1499, il castello cambiò proprie proprietàtario. Nel 1545 la contessa di Santa Fiora Costanza Farnese acconsentì al matrimonio tra il figlio Sforza e la marchesa Luisa Pallavicino, che portò in dote, tra gli altri, il feudo di Torrechiara. Il castello venne progressivamente trasformato da una funzione più difensiva, di presidio e di controllo, in una dimora con caratteristiche residenziali. Vennero abbassate le murature ed allargate le porte e le finestre, trasformati gli spalti in piccoli orti e realizzati gli importanti cicli di affreschi di Cesare Baglioni. Dell’epoca di Pier Maria è, invece, la celeberrima camera d’oro, che si trova al primo piano: era la camera nuziale dedicata a lui e alla sua amata Bianca Pellegrini, per la quale fece costruire l’intero castello.

Problematiche ed interventi previsti

Il Castello di Torrechiara ha più di 1500 mq di coperture, molto complesse e soprattutto fragili, costituite da elementi in cotto: i coppi. La tecnica costruttiva dei tetti, tipica di questi luoghi, prevede la posa a secco dei coppi, che pertanto possono risultare vulnerabili alle condizioni ambientali, soprattutto al forte vento e alle nevicate invernali. Questi fattori possono causare lo slittamento dei coppi, che hanno quindi bisogno di costante manutenzione. Le coperture erano già state interessate da importanti interventi di rifacimento realizzati verso la fine degli anni ‘90.

Le principali criticità del castello erano legate alle coperture, dove si verificavano frequenti infiltrazioni d’acqua meteorica nei camminamenti del piano nobile. Questi problemi erano causati dalla presenza di numerosi coppi rotti, disallineati o non adeguatamente fissati, compromettendo così la tenuta e l’efficacia del tetto.

Inoltre sono stati riscontrati problemi di sicurezza con l’individuazione di elementi lapidei e mattoni in distacco o in fase di distacco, sia sui prospetti sia sulle creste della cerchia muraria. Unitamente sono stati fatti lavori di rimozione di elementi vegetativi infestati sui muri perimetrali.

Un’altra problematica riscontrata interessava il sistema di raccolta e di convogliamento non adeguato delle acque meteoriche che le portava in dispersione nel terreno oppure sulla pavimentazione in ciottoli di fiume provocando fenomeni di degrado.

Le sfide superate

Le infiltrazioni presenti nella copertura della navata, posta tra la torre di San Nicomede e la torre della Camera d’oro, sono la conseguenza dell’acqua proveniente dalle coperture delle due torri.

Tali coperture risultate, infatti, prive di grondaie, sversavano le acque piovane direttamente sulle falde sottostanti con un salto di più di 10 mt.
I coppi delle falde, investiti da questa massa d’acqua, non riuscivano ad incanalarla completamente verso la linea di gronda, permettendo così a una parte significativa di infiltrarsi sotto di essi.

Per rimediare a questo inconveniente si è deciso di rimuovere completamente una porzione di manto in coppi, predisporre un piano di posa eseguito in malta di calce idraulica naturale, posare una copertura continua in guaina bituminosa e riposizionare la copertura precedentemente smontata.

Anni

2024

Luogo

Langhirano (Parma)

Committente

Musei nazionali di Bologna - Direzione Regionale Musei Emilia Romagna

Category
Lavori in quota, Restauri