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Collegiata di S. Ambrogio
Alassio

Il restauro delle superfici pittoriche della Chiesa di Sant’Ambrogio, progettato dall’architetto Enrico Vaccarezza, ha interessato cinque zone distinte:

  • il presbiterio;
  • la cupola e la navata centrale;
  • le colonne;
  • la navata laterale destra e la cappella del Rosario;
  • la navata laterale sinistra e la cappella della Madonna della Misercordia.

La situazione presentava un degrado dovuto alle infiltrazioni di acqua piovana, sia sui dipinti delle volte e della cupola, sia sulle pareti e i capitelli. Nel presbiterio sono state eseguite le prime operazioni di osservazione e campionatura delle superfici che hanno consentito di individuare le stratigrafie, di studiarne la cronologia e soprattutto di valutare le possibilità di intervento.

Le superfici pittoriche

Le superfici pittoriche evidenziavano depositi di polvere e patina di nero fumo e grasso; distacco, disgregazione e polverulenza della pellicola pittorica; efflorescenze saline; crepe, lacune e cadute dell’intonaco; rigonfiamento degli stucchi e distacco della doratura.

Particolare del degrado delle superfici
Particolare del degrado delle superfici
Particolare del degrado delle superfici
Particolare del degrado delle superfici

Il recupero è partito dalla pulitura a secco a cui sono seguite le operazioni di preconsolidamento, fissaggio e desalinizzazione.

Sono stati necessari anche degli interventi di riadesione, stuccatura, risanamento e integrazione cromatica dato che gli intonaci presentavano vistosi distacchi dal supporto murario.

Nel riquadro in alto le infiltrazioni di acqua piovana hanno provocato un distacco dell’intonaco pittorico.

Le crepe sono state consolidate mediante iniezioni di malta idraulica premiscelata a basso peso specifico e con l’inserimento di barrette filettate posizionate al fine di “ricucire” l’intonaco all’arriccio.

I saggi stratigrafici hanno inoltre evidenziato mutazioni dell’assetto decorativo dovute a numerosi ritocchi pittorici di cattiva fattura che oltre a coprire le cromie originali, alteravano l’effetto visivo voluto dal progetto iniziale.

In alcuni casi sono state utilizzate pitture di natura sintetica che hanno modificato il naturale scambio igrometrico del materiale, come rilevato ad esempio sulle colonne ottagonali.

Dopo la documentazione delle differenti fasi decorative, gli interventi pittorici successivi sono stati rimossi per riportare alla luce la versione originaria.

Tamburo della cupola prima del restauro
Tamburo della cupola prima del restauro
Tamburo della cupola dopo il ripristino dei decori originali
Tamburo della cupola dopo il ripristino dei decori originali

Molti sfondi erano stati appiattiti da strati di colore successivi. Attraverso un’opera di rimozione e ripristino, sono venuti alla luce gli sfondi originali.

Prima del restauro
Prima del restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro
Prima del restauro
Prima del restauro
Dopo il restauro
Dopo il restauro

Non solo: nella navata centrale, ad esempio, ne L’elezione di sant’Ambrogio a Vescovo di Milano – realizzata tra il 1859 ed il 1860 da Virginio Grana – i restauratori hanno scoperto che a seguito di un precedente restauro, venne vistosamente modificato il disegno allo scopo di mimetizzare l’intervento di rifacimento.

Tale ridipintura è stata asportata ed è poi stata effettuata l’integrazione pittorica con acquerelli a tavolozza.

Particolare dell’affresco prima del ripristino (la nuvola era stata precedentemente allungata per nascondere un rifacimento)
Particolare dell’affresco prima del ripristino (la nuvola era stata precedentemente allungata per nascondere un rifacimento)
Particolare dell’affresco dopo il ripristino del disegno originale
Particolare dell’affresco dopo il ripristino del disegno originale

Gli stucchi

Per quanto riguarda i capitelli è stata necessaria anche una ricostruzione dei volumi, a cui è seguita la doratura con foglia d’oro e la patinatura che li ha resi uniformi agli originali.

Esistono due tecniche per dorare gli stucchi:  a “guazzo” e a “missione”.
In entrambe le procedure la preparazione del supporto viene eseguita con gesso di Bologna e colla di coniglio sulla quale viene steso il bolo che funge da base per la doratura.

Nella doratura a “guazzo”  la foglia d’oro, opportunamente tagliata della misura voluta, viene applicata sul bolo bagnato con acqua. Infine, per dare maggior lucentezza all’oro,  si ha un passaggio di pietra d’agata nei rilievi.

Per doratura a “missione” si intende, invece, l’applicazione della foglia d’oro su una base “oleosa” che viene fatta essiccare.

Nella Chiesa le dorature originali sono state eseguite in oro zecchino a “guazzo”. Il restauro delle dorature, eseguito frettolosamente in epoca recente, è al contrario da ritenersi a “missione” con ampie riprese a bronzina, la quale nel tempo, ossidandosi, è andata annerendosi completamente.

Capitello danneggiato dall’umidità
Capitello danneggiato dall’umidità
Stesso capitello pronto per la doratura, dopo la ricostruzione dei volumi mancanti
Stesso capitello pronto per la doratura, dopo la ricostruzione dei volumi mancanti
Risultato finito
Risultato finito

Alcuni stucchi sono stati ricostruiti mediante la realizzazione di un’armatura metallica sulla quale vengono modellati grassello e polvere di marmo.

Il pulpito

Il progetto si è concluso con il riposizionamento del pulpito nella sua collocazione originaria, documentata da foto dell’epoca.

Operazione di grande delicatezza realizzata con l’ausilio di due martinetti idraulici e un elevatore oleodinamico.

Durante lo studio preliminare, anche la disposizione dei pannelli è risultata errata rispetto all’originale, probabilmente variata in occasione del precedente spostamento, negli anni Settanta.

Il pulpito è stato dunque smontato, operazione che ne ha consentito la pulitura e il restauro prima della sua ricomposizione come da disegno originale.

La fine dei lavori

La collegiata di Sant'Ambrogio dopo l'opera di restauro di Formento Restauri, ditta edile con sede a Finale Ligure, Savona.

Foto cantiere: © Formento
Foto fine lavori: © Emilio Rescigno

Anni

2005 – 2007

Luogo

Alassio (SV)

Committente

Parrocchia di Sant'Ambrogio

Progettazione architettonica

Arch. Enrico Vaccarezza

Category
Restauri