l Teatro Salvini è una sala del tutto atipica soprattutto per le piccolissime dimensioni e per la grazia strutturale di chiaro impianto tipicamente sei-settecentesco a ferro di cavallo.
43 metri quadrati di palcoscenico, 90 posti tra la platea e i due ordini di palchi: queste le sue note tecniche, una sala che proprio grazie alle ridotte dimensioni attira da sempre visitatori italiani e stranieri incuriositi dalla particolarità dell’impianto e dalle misure mignon di questo teatrino che vanta però una lunga e illustre storia di attività artistica a partire dal 1834, anno in cui fu edificato.
Il Teatro Salvini detiene inoltre un primato decisamente particolare: è il più piccolo teatro del mondo (divide il record con il Teatro Catalani di Vetriano di Pescaglia in provincia di Lucca ma la sua edificazione è decisamente anteriore: il teatro di Vetriano infatti risale al 1890) e tale peculiarità aggiunge ovviamente motivo di interesse e di attrattiva per una costruzione, originariamente adibito a forno, la cui trasformazione in sala teatrale si deve unicamente alla caparbietà di un consigliere comunale dell’epoca, Giuseppe Manfredi, e al desiderio dei pievesi di avere un secondo teatro oltre al più ampio e antico Teatro Olimpico.
Come da perizia eseguita dall’Architetto M. Carmen Lanteri, il teatro si trovava in fatiscente stato di conservazione, sia dal punto di vista della struttura muraria, sia per quanto riguardava tutta la parte lignea, dal solaio ai loggioni, ai palchi, sino al pavimento.
L’intervento di restauro ligneo si è suddiviso nelle seguenti fasi:
L’operazione di smontaggio è stata necessariamente preceduta da un rilievo dello stato di fatto e da una conseguente numerazione e catalogazione dei pezzi e segnatura delle facce combacianti, tenendo conto dell’ordine secondo cui gli elementi sono stati disancorati dal supporto, così da facilitare l’organizzazione di una corretta sequenza operativa indispensabile per la fase di rimontaggio.
Lo smontaggio è stato eseguito con ordine e con le necessarie precauzioni, al fine di non provocare ulteriori danneggiamenti alle strutture lignee. Prima di iniziare la procedura di smontaggio è stata effettuata una verifica dello stato di conservazione e di stabilità delle strutture lignee e dell’influenza statica sulla struttura muraria. Tutti i componenti lignei, dopo essere stati opportunamente calati a terra e puliti, sono stati trasportati nel laboratorio di restauro Formento, dove si sono svolte tutte le successive fasi di restauro (pulitura, consolidamento, reintegrazione pittorica, stuccatura, etc.) fino al montaggio finale.
Dopo aver eseguito la mappatura e la catalogazione dei componenti della struttura, si è proceduto alla iniziale depolveratura per l’eliminazione dei materiali incoerenti e dei depositi di polveri grasse mediante l’utilizzo di spugne wishab e di pennelli.
A pulitura ultimata si è proceduto con la spazzolatura, mediante scopinetti in saggina e pennelli di nylon a setola morbida, in modo da eliminare i residui del materiale spugnoso.
Le vecchie vernici e le impurità più profonde sono state rimosse attraverso l’uso di sverniciatori ecologici, idrosolubili, non aggressivi né tossici.
Prima di procedere con questo tipo d’operazione è stato necessario, però, assicurarsi del reale stato conservativo del materiale ovvero, accertarsi che non vi fossero presenti parti fragili facilmente danneggiabili o asportabili.
In riferimento alle prove eseguite preventivamente su tasselli di materiale campione capaci di definire i tempi e i modi d’applicazione, si è proceduto, quindi, con la stesura a pennello, a spazzola e con spatole dello sverniciatore sulla superficie lignea in uno strato sottile e uniforme allo scopo di riuscire ad ammorbidire la pellicola di rivestimento.
Passato il tempo d’attesa, quando la vernice risultava morbida e sollevata dal supporto si è proceduto alla rimozione, ricorrendo all’uso di spatole e bisturi, facendo cura, di non danneggiare il supporto asportandone parti corticali in fase di decoesione.
Nei punti difficili come intagli, modanature minute o fessurazioni la pittura è stata rimossa aiutandosi con spazzolini e punteruoli.
Una volta fatti i saggi di prova che hanno svelato l’inaspettata presenza di decori, prima di procedere alla completa scoperta degli stessi, si è intervenuto con lo smontaggio dei singoli elementi lignei che componevano ogni pannello.
Si è proceduto, quindi, alla pulizia degli incastri per permettere una migliore aderenza durante la seguente fase di collaggio. In ultimo i pannelli sono stati morsettati per un tempo sufficiente a far asciugare ed agire la colla.
Le parti dipinte, rinvenute durante la fase di pulizia, sono state trattate a secco con bisturi e spugna Wishab.
Il rinvenimento delle decorazioni, per alcuni pannelli, ha richiesto una maggiore cura a causa della presenza di fogli di carta di giornale incollati tra l’ultimo strato di pittura e i decori.
In questo caso specifico é stato necessario eseguire degli impacchi ammorbidenti di cotone e soluzioni detergenti evitando utilizzare l’acqua poiché lesiva per il legno (rigonfiamento delle fibre).
Terminati i lavori di pulitura della superficie dei pannelli si è proceduto alla stesura a pennello sugli stessi di alcool al 50% in acqua demineralizzata, previa applicazione di un foglio di carta giapponese ed a seguire Primal AC33 in emulsione al 3% in acqua demineralizzata, per consentire il fissaggio del film pittorico decoeso.
Le superfici, poi, sono state immerse in soluzioni disinfettanti per la depurazione e la prevenzione di attacchi da parte di insetti xilofagi.
In presenza di microfessure i consolidamenti sono stati eseguiti attraverso imbibizioni con Paraloid, mentre, per le lesioni maggiori o nel caso di parti non ripristinabili attraverso operazioni di risanamento del legno, si è proceduto con l’inserimento di sverze della medesima essenza del legno originale.
Prima di passare alle operazioni di reintegrazione pittorica è stato indispensabile procedere al riempimento delle lacune del legno di supporto mediante l’applicazione a spatola di uno stucco realizzato con un impasto composto da gesso e colla animale.
In seguito all’essiccazione dello strato superficiale di stucco si è proceduto alla carteggiatura manuale al fine di eliminare l’eccesso di prodotto.
In alcuni casi per agevolare la completa essiccazione dell’impasto, inoltre, la superficie d’intervento è stata trattata con tampone imbevuto d’alcool denaturato.
Terminata la fase delle stuccature si è potuto procedere con la reintegrazione pittorica delle lacune degli strati pittorici con tecnica mimetica, mediante l’applicazione per stesure successive di colori ad acquerello, al fine di ricostituire il tessuto cromatico e di ridurre l’interferenza visiva delle lacune.
I vari elementi sono stati, infine, sottoposti ad un trattamento con una vernice finale che ha lo scopo di proteggere efficacemente le superfici dipinte contro la polvere grassa, il fumo e le scalfiture.
Dopo il consolidamento di travi e pilastrini, con sostituzione ex novo di quelli più fatiscenti, sono stati rimontati ed ancorati tutti i componenti al fine di avere una visione architettonica d’insieme e per procedere alla omogeneizzazione della cromia ed al rifacimento dei decori nel rispetto del sillogismo estetico della struttura, previe scartavetrature e stuccature con mastice di legno e colle naturali, per eliminare scalini ed impervietà e per armonizzare e celare le differenze tra il vecchio ed il nuovo. In ultimo sono stati stesi con morbide pennellesse protettivi ignifughi.
Il consolidamento degli ordini architettonici del palco ha previsto l’inserimento di un tubolare in ferro delle dimensioni di 8 x 8 cm, opportunamente inserito nella struttura lignea portante con posa in opera alle estremità di piastra metallica.
Dopo aver fissato i ponteggi, si è proseguito alla cauta rimozione del solaio, comprensivo di pavimento e travi in legno.
Le parti maggiormente danneggiate sono state sostituite con altre di legni della medesima essenza di quelle originali; ciò che si poteva sottoporre a restauro è stato in un primo momento depolverato per la rimozione di materiali incoerenti, dopo di che è stato sottoposto a disinfestazione per l’eliminazione e la prevenzione di insetti xilofagi.
Si è proseguito con carteggiature e stuccature, applicazione di olio di lino, di prodotti anti muffa, rispettando le indicazioni della Direzione Lavori per la scelta dei materiali per quanto concerneva le travi ed il pavimento.
In ultimo la scelta cromatica, sempre sotto direzione della DL, è stata eseguita nel rispetto dell’originaria.
Foto cantiere e laboratorio: © Formento
Foto fine lavori: © Emilio Rescigno
2003–2004
Pieve di Teco (IM)
Provincia di Imperia
Fondazione Carige
Studio di Architettura e Urbanistica Lanteri (Sanremo)
Capitolium snc (Roma)