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Oratorio dei Neri
Ventimiglia

L’Oratorio di San Secondo – detto anche “dei Neri” – era già stato oggetto di una precedente campagna di restauro che aveva interessato, nel 1990 e nel 1993, gli affreschi e gli stucchi della prima e della seconda campata.

Si è deciso quindi di strutturare il lavoro suddividendolo in due lotti: un primo riguardante il restauro completo della terza campata ed uno successivo di revisione e manutenzione dei restauri precedenti.

Stato di conservazione

Tutta la volta e il suo complesso decorativo erano pesantemente compromessi dal prolungato dalla costante infiltrazione di acqua dall’esterno, che aveva provocato un forte stato di degrado: vistose percolature e sbiancamenti dovuti alla formazione di efflorescenze saline, distacco dell’intonaco, ossidazione dei perni di sostegno degli stucchi con conseguenti distacchi e fratture degli stessi.

Il pessimo stato di conservazione aveva modificato l’equilibrio cromatico generale annullando i contrasti di colore e depositi di natura carbonatica inglobavano sporco e strati di ridipinture, facendo apparire la superficie grigia e macchiata, tanto da richiedere una revisione sostanziale delle coloriture degli sfondati delle decorazioni.

La leggibilità pittorica della zona risultava quindi fortemente compromessa, soprattutto nell’affresco centrale, quello che più di tutti presenta fenomeni di degrado.

Affresco della volta in avanzato stato di degrado
Affresco della volta in avanzato stato di degrado

Le pareti presentavano, anche se in forma minore la stessa tipologia di degrado.

Sul cornicione erano inoltre riscontrabili diversi interventi con materiali non omogenei all’originale, da ricondursi a manutenzioni passate.

Degrado del cornicione e della parete
Degrado del cornicione e della parete
Efflorescenze saline
Efflorescenze saline
Affresco della parete in avanzato stato di degrado
Affresco della parete in avanzato stato di degrado

La decoesione del film pittorico superficiale ha permesso di constatare che tutta la superficie è stata oggetto di diverse ridipinture, confermate poi da prove stratigrafiche.

Nella volta le analisi di laboratorio hanno confermato diversi passaggi di coloriture a base gessosa e di terre.
Tali interventi ricoprivano la cromia originale, a base di calce bianca per gli stucchi e di terra verde per le campiture interne alle cornici.
Depositi di natura carbonatica ed effetti di degrado, avevano inglobato sporco e ridipinture, creando patine e croste di difficile rimozione.

Carbonatazione delle ridipinture
Carbonatazione delle ridipinture
Prove stratigrafiche sul film pittorico
Prove stratigrafiche sul film pittorico

Tecniche esecutive

Su tutte le superfici si è operata una rimozione delle polveri e del nerofumo, con pennelli morbidi e spugne wishab.

Si è quindi verificato e catalogato gli stucchi mancanti e distacco delle parti non stabili.

La gravità del degrado ha reso necessario trattare l’intera superficie della volta, con l’applicazione di ripetuti cicli di impacchi di carbonato di ammonio con la successione di idrossido di bario, prestando particolare attenzione alle zone dove le efflorescenze saline si manifestavano con la presenza di croste.

Le soluzione sono state applicate in maniera variabile, a secondo del risultato di diversi campioni di prove.

Impacco di carbonato di ammonio con polpa di cellulosa
Impacco di carbonato di ammonio con polpa di cellulosa
Prove a tempo
Prove a tempo

Particolarmente difficoltosa si è rivelata l’operazione di descialbo: gli strati di ridipinture sui fondi verdi delle specchiature degli stucchi, poiché carbonatati, erano infatti molto spessi e tenaci e la loro asportazione ha richiesto l’ausilio di ablatori, vibroincisori e microscalpelli, mentre le parti più delicate sono state rifinite a bisturi.

Descialbo a bisturi
Descialbo a bisturi
Particolare di descialbo con vibroincisore
Particolare di descialbo con vibroincisore

Minuziosa è stata la fase di consolidamento degli stucchi. Grazie all’uso di perni in acciaio inox e resine epossidiche si è potuto riposizionare numerosi pezzi, così da reintegrare visivamente il complesso decorativo. Ove possibile è stata attuata la rimozione e la sostituzione totale dei vecchi perni ossidati, altrimenti sono stati trattati con un convertitore di ruggine.

I distacchi di piccola entità e di minor peso sono stati ricollocati mediante stucco a base di cellulosa.

È seguita la stuccatura delle numerose lacune effettuata con malte differentemente composte in base allo strato di appartenenza delle stesse. La malta, per le lacune più profonde, è stata realizzata con calce idraulica, grassello e sabbia; per lo strato superficiale è stata eliminata la sabbia, mantenendo come unico inerte la polvere di marmo.

Ove le infiltrazione avevano creato delle decoesioni di malte, si è provveduto ad un consolidamento tramite iniezioni di malta a basso peso specifico (PLM-AL) addizionata con resina acrilica, previo trattamento delle sacche con alcool, al fine di migliorare l’assorbimento del materiale.

In ultimo, la fase del restauro pittorico ha restituito all’opera il suo aspetto originale.

I fondi e gli stucchi sono stati colorati con una velatura a calce, per cercare di attenuare le discontinuità cromatiche presenti.

L’integrazione pittorica è stata effettuata interamente ad acquarello: le zone che presentavano una totale o parziale caduta della pellicola pittorica, sono state colorite con leggere velature sottotono, per cercare di aiutare una corretta lettura del testo figurativo.

Le stuccature e le lacune più localizzate, sono state trattate con tecnica a rigatino.

Integrazione pittorica ad acquerello
Integrazione pittorica ad acquerello

Foto: © Formento

Anni

2009–2011

Luogo

Ventimiglia (SV)

Committenti

Parrocchia di N.S. Assunta

Progettazione architettonica e direzione lavori

arch. Piero Gonella

Category
Restauri